La legge 133 approvata dal parlamento il 6 Agosto 2008 prevede, come noto, la cancellazione di tutte le sperimentazioni attualmente vigenti nelle scuole superiori e la loro riconduzione ad un numero limitato di piani di studio uniformi a livello nazionale. In questo contesto il “Liceo Socio-psico-pedagogico” e il “Liceo delle Scienze sociali” scompariranno, assorbiti dal nuovo “Liceo delle Scienze umane”. Osservando le bozze dei quadri orari predisposti dal governo, ispirati al curricolo già previsto dalla Riforma Moratti (L. 53/03), emerge con chiarezza una fortissima penalizzazione proprio di questo indirizzo, la cui natura viene decisamente compromessa.
Premesso che il “Liceo socio-psico-pedagogico” ha un monteore complessivo notevole e che una sua riduzione potrebbe essere effettivamente utile e proficua per gli studenti, riteniamo tuttavia che non sia possibile cancellare improvvisamente un indirizzo che, dal 1992 ad oggi, ha dimostrato concretamente la sua validità formativa.
Nello specifico, il piano di studi previsto dal nuovo “Liceo delle scienze umane” ci sembra inadeguato per diverse ragioni:
- La riduzione delle discipline di indirizzo, le “Scienze umane” appunto, a sole 3 ore settimanali (15 nell’intero quinquennio), rispetto alle 4/7 previste dal quadro orario del vecchio Liceo socio-psico-pedagogico (27 nell’intero quinquennio), toglie a questo liceo la sua specificità, privando gli studenti che manifestano interesse e propensione per le discipline psico-sociali di un’essenziale opportunità formativa. In tutti gli altri licei le “discipline di indirizzo” mantengono un numero di ore consistente: nel liceo classico, ad esempio, le ore settimanali di latino e greco oscillano, complessivamente, tra le 7 e le 8; nel liceo scientifico quelle di matematica, fisica e scienze naturali viaggiano tra intorno alle 10; nel liceo linguistico lo studio delle lingue straniere occupa tra le 12 e le 14 ore. Appare quindi decisamente curioso che nel liceo delle scienze umane le discipline di indirizzo siano ridotte a sole 3 ore settimanali. E' necessario ricordare inoltre che tali materie saranno poi oggetto della seconda prova scritta all'Esame di stato.
- La completa cancellazione della Sociologia o la sua radicale riduzione ad una breve trattazione di tipo storico, elimina dalla scuola superiore non solo una delle materie più amate dai nostri studenti ma rimuove anche una disciplina essenziale per comprendere la complessità del mondo attuale.
- Lo spostamento dell’insegnamento della Pedagogia dal triennio al biennio rende impossibile l’istituzione di un proficuo raccordo interdisciplinare con la filosofia, disciplina con la quale condivide gran parte del programma. Inoltre i contenuti previsti, essendo di carattere prevalentemente storico e teoretico, appaiono difficilmente approcciabili per un ragazzo appena uscito dalle scuole medie. Per questo il vecchio Liceo socio-psico-pedagogico prevedeva nel biennio l’insegnamento di “Elementi di psicologia e sociologia”, proponendo temi molto più vicini ai vissuti quotidiani degli studenti. Riteniamo fondamentale, condividendo le considerazioni già espresse da importanti pedagogisti contemporanei tra i quali Jerome S. Bruner, che le discipline vengano introdotte in modo graduale, favorendo il naturale interesse degli studenti.
Per questo invitiamo tutti i dirigenti, i docenti , i genitori e gli studenti dei Licei Socio-psico-pedagogici, delle Scienze sociali e delle Scienze umane a raccogliere il nostro appello e ad inviarlo al più presto, mediante posta ordinaria o email, al Ministro dell’istruzione, al Presidente del Consiglio, al Parlamento (in particolare alla VII Commissione di Camera e Senato) e al Presidente della Repubblica.
Augurandoci che Governo e Parlamento prestino ascolto alle indicazioni e ai suggerimenti che provengono da chi da anni lavora nella scuola superiore e ne ha a cuore il futuro, vi salutiamo cordialmente.